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I BENEFICI DELLO YOGA A LIVELLO MENTALE

Aggiornamento: 20 ott 2020


La particolarità dello yoga è che agisce soprattutto un livello molto più sottile.

Secondo Patanjali lo yoga è la chiave per combattere la sofferenza e l'ignoranza.

L'ignoranza è l'incapacità di vedere e di capire le cose per quello che sono, si tratta di idee e pensieri che nutrono il senso dell'io, il nostro ego.

Se praticato costantemente lo yoga permette di guardarti dentro. Per guardarsi dentro, bisogna però mettere da parte il proprio ego. Pertanto, è inutile vantarsi o primeggiare, perché tutto quello che sappiamo c'è stato insegnato, l'uomo non nasce imparato, di conseguenza Patanjali ci invita a mettere da parte il nostro ego che è anche causa delle nostre sofferenze. L' ego è produzione della nostra stessa mente e ha bisogno di essere identificato costantemente (Io sono/ Io voglio). L'identificazione ci permette di non vedere chiaramente come sono le cose. Il non identificarsi non significa essere indifferenti ma è la capacità di osservare il campo percettivo senza lasciarsi coinvolgere, è la capacità di non limitare la nostra visione. Bisogna fare un passo indietro e lasciare che che cose accadono. Lasciare aperto il nostro campo percettivo e abbracciare la TOTALITA' per riuscire a coglierne l'essenza.


La nostra coscienza è identificata con le fluttuazioni della mente, quando la mente si acquieta la coscienza riesce a non identificarsi. Yoga significa unione che è l'opposto di ciò che fai il nostro ego (identificarsi). Lo yoga ci permette di vivere e concentrarci nel presente, nel "qui ed ora" ci permette di essere positivi e di evadere dalla sofferenza. Lo yoga è EQUILIBRIO, le dualità e gli opposti non esistono più.

GRAZIE ALLO YOGA RIUSCIAMO A CONTROLLARE LA NOSTRA MENTE che è fonte costante di sofferenza.


Per praticare yoga e avere questi benefici più sottili bisogna avere pazienza ed essere gentili con il proprio corpo e la propria mente. Praticando yoga il SE SPIRITUALE RICONOSCE SE STESSO E FINALMENTE DIVENTIAMO UNO. (Atman - Brahaman). Con la sospensione della mente siamo riconnessi con noi stessi, riconosciamo la nostra vera essenza. Attraverso la consapevolezza mi rendo LIBERO.

La pratica diventa rivelatoria perché ci permette di osservare in silenzio, di scoprire noi stessi, senza però attaccarci al risultato, perché l'attaccamento è un' altra fonte di sofferenza.


Lo yoga ci permette di sentirci in equilibrio, al centro, sentiamo quella sensazione di benessere proprio perché l'equilibrio ci fa procedere e non crea ostacoli ne sofferenza.

Le fonti di sofferenza sono il pensare costantemente al passato e al futuro, le aspettative, l' attaccamento, (l'attrazione fatale), l'ignoranza, l'egoismo (l'ego), le repulsioni e la paura della morte. Queste sono tutte fonti che ci portano di conseguenza ad avere un coinvolgimento emotivo che ci porta a sua volta ad avere una visione chiusa che ci acceca e che ci impedisce di vedere le cose. La società è parte di questa sofferenza poiché ci impone stili e modi di pensare che non ci fanno guardare oltre. La repulsione è legata al passato, quando ci facciamo coinvolgere da essa le nostre azioni vengono condizionate dall'avversione delle esperienze del passato, ed è proprio qui che bisogna fare quel passo indietro e LASCIARE ANDARE. La paura della morte invece ci porta ad avere un attaccamento alla vita ma in realtà la morte è l'unica cosa certa. Siamo destinati a invecchiare e facciamo di tutto per rimanere giovani e ciò ci porta sofferenza. Lo yoga invece ti porta ad amare il tuo corpo cosi com'è e ti permette di accettarti e amarti anche nei tuoi difetti perché attraverso la pratica si creano dei pensieri positivi, quelli negativi vengono allontanati, e questo favorisce lo sviluppo di un senso di autostima. 

Inoltre sentirti in grado di realizzare alcune posizioni difficili, ti darà una sensazione di potenza e di auto soddisfazione, perché ti farà capire che puoi andare oltre le tue possibilità.

In conclusione il controllo e la stabilità della mente avviene attraverso la pratica costante e al non attaccamento (lasciare che le cose accadono e osservare senza lasciarsi coinvolgere). Quindi secondo Patanjali la sofferenza può essere prevenuta attraverso la pratica costante (Asana e Pranayama), l'introspezione e la meditazione.

Le Asana (le posizioni) ti portano a sperimentare quell'immobilità, quella stabilità in cui finalmente osservi te stesso. Il Pranayama (il controllo del respiro) invece, proprio come le asana ti permette di essere CONSAPEVOLE. Il modo in cui respiriamo rispecchia le nostre emozioni, un respiro equilibrato corrisponde a una mente calma. La concentrazione (Dharana) insieme alla meditazione (Dhyana) ti permettono di osservare le sensazioni e gli stati emotivi. La meditazione ti permette di sviluppare quella capacità percettiva che ti fa cogliere le emozioni prima che accadono, pertanto l'osservazione ci permette di prevenire gli stati emotivi e di conseguenza di prevenire la sofferenza.



- Lo yoga secondo Patanjali -


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